CORRIERE DELLA SERA – di Carola Traverso Saibante , 30/11/2014
Come gli esseri umani, i nostri Fidi usano emisferi diversi per informazioni diverse. E capiscono anche il contenuto verbale, non solo quello emotivo, di ciò che gli diciamo.
MILANO – Niente più prese in giro al padrone che dichiara che il suo cane lo capisce quando gli parla: è vero. O, per lo meno, ci prova. É quanto afferma una nuova ricerca scientifica, pubblicata su Current Biology. Una questione di emisferi I cani in realtà non ascoltano solo la voce, ma anche le parole. Lo studio dimostra che il cervello dei quattrozampe che abbaiano elabora il linguaggio umano in modo molto più simile al nostro di quanto si pensasse. Si tratta di usare parti diverse del cervello per processare informazioni diverse: l’emisfero sinistro specializzato per il contenuto puramente verbale; quello destro per analizzare le caratteristiche della voce e il suo contenuto emotivo. Lo studio mostra che i cani, parallelamente agli esseri umani, usano l’emisfero sinistro per analizzare i contenuti fonemici significativi, riconoscibili e familiare; usano quello destro per suoni e lingue sconosciute, analizzando i segnali che riguardano intonazione e ritmo e quelli preminentemente legati al mittente del suono e all’emotività della comunicazione.
La testa lo dimostra
Gli studiosi dell’Università del Sussex hanno sottoposto ai test oltre 250 cani. I ricercatori hanno trasmesso suoni umani, frasi, da due altoparlanti, uno alla destra e uno alla sinistra del cane. Il presupposto era che, come ricerche precedenti avevano dimostrato, quando l’animale usa prevalentemente l’emisfero destro per processare l’informazione, gira la testa a sinistra, e viceversa – questo perché l’orecchio destro manda informazione alla parte sinistra del cervello, e viceversa. In uno degli esperimenti gli psicologi hanno utilizzato un sintetizzatore vocale, in modo che la voce non tradisse alcuna emozione. Quando ai cani venivano dati comandi familiari, per esempio «Vieni qua!», giravano nell’80 percento dei casi la testa verso destra, dimostrando che si stavano concentrando sulle parole, non sull’emozione, per riconoscere ciò che veniva detto. Se lo stesso comando era dato in tono emotivo ma in una lingua straniera, sconosciuta al cane, oppure la grammatica era alterata o le consonanti omesse, il cane girava la testa verso sinistra, per decifrare il senso emotivo.
Parole da cani
Parole da cani La conclusione è che i neuroni canini reagiscono al linguaggio umano in modo molto simile ai nostri. Il cervello dei quadrupedi si sarà evoluto così durante la domesticazione, in risposta alla parlata umana? Non lo sappiamo, così come non si conosce fino a che punto capiscono la complessità del linguaggio umano. E anche se certo non possono capirne tutte le sottigliezze, quando parliamo non solo stanno attenti al come stiamo dicendo loro le cose – siamo arrabbiati, affettuosi etc – ma anche a ciò che stiamo effettivamente provando a comunicar loro verbalmente: alle nostre parole, insomma.