Corriere della Sera – Roma, 23 marzo 2015 –
Presentate al ministro 100 mila firme raccolte da Realacci e la Gelisio, per evitare che l’amico a 4 zampe possa essere portato via dall’ufficiale giudiziario
di Lilli Garrone
ROMA – Non saranno più pignorati come fossero un oggetto, un vaso o un mobile. Gli animali domestici, non solo cani e gatti, ma anche costosissimi uccelli e rettili, resteranno di proprietà di chi li tiene in casa, anche in caso di mancati pagamenti fiscali, o per qualche altro tipo di mancato pagamento.«Un emendamento al collegato ambientale escluderà dai beni pignorabili gli animali da compagnia». L’ha annunciato il 23 marzo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, in occasione della presentazione delle oltre 100mila firme per della petizione «#giulezampe», lanciata per chiedere al governo di non considerare più gli animali domestici come degli oggetti e, per questo, beni pignorabili. A presentare oggi le firme al ministero della Giustizia, la promotrice della campagna Tessa Gelisio e il presidente della Commissione Ambiente alla camera Ermete Realacci.
Traguardo di civiltà
«Ogni qualvolta il Parlamento qualifica gli animali come soggetti senzienti e per questo a pieno titolo membri delle famiglie italiane -afferma la senatrice del Pd Monica Cirinnà, animalista convinta – la nostra società fa un passo in avanti non solo in termini giuridici e di diritto ma soprattutto per l’affermazione di una più attenta sensibilità verso gli animali tutti e in particolare quelli domestici». «Siamo felici perché si attua una nostra proposta depositata nel 2008 che ha avuto bisogno di questa nuova e decisiva campagna per ottenere un traguardo di civiltà. Adesso attendiamo fiduciosi il testo», ha detto Gianluca Felicetti, il presidente della Lav, la Lega antivivisezione.
Mobilitazione
Era da tempo che in Parlamento cresceva la mobilitazione per escludere cani e gatti e in genere gli animali domestici tra i beni pignorabili. Tre le proposte di legge presentate infatti tra Camera e Senato per modificare in questa direzione il codice civile e di procedura civile, alla luce di un problema che con la crisi economica e il conseguente aumento di debiti non saldati si è manifestato in modo sempre più crescente. La prima a sollevarlo era stata anche Michela Vittoria Brambilla, esponente di Forza Italia,con una proposta di legge presentata all’inizio della legislatura, nell’aprile del 2013, che ha chiesto di inserire nel codice civile una norma in base alla quale «gli animali domestici sono impignorabili e non possono essere oggetto di asta giudiziaria».
I tempi
Il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, che si è fatto portavoce dell’iniziativa presso il Governo, ha fatto delle previsioni sui tempi di approvazione. «Il Collegato Ambientale è in discussione al Senato, è stato già approvato alla Camera parecchi mesi fa. Se Palazzo Madama lo approverà con poche modifiche il passaggio alla Camera sarà sicuramente molto rapido, penso che la questione possa essere risolta prima dell’estate».
Farmaci veterinari
Ma c’è un altro argomento caldo sul fronte dei diritti degli animali: «il diritto ad essere curati a costi accessibili: «È stata depositata alla Camera – spiega ancora Monica Cirinnà – dal collega Michele Anzaldi un’interrogazione per chiedere al ministro della Salute come mai i farmaci veterinari a parità di ingredienti costano molto di più di quelli umani. Sposo in pieno questa iniziativa – aggiunge – e sto già interessandomi per fare in modo che si possa cominciare dai così detti farmaci equivalenti o generici».