Normativa -Terni, ora i cani possono entrare al cimitero: «Finalmente c’è il cartello giusto»

UMBRIA24

Terni, 15 aprile 2016

Terni Città Futura dopo la denuncia su Facebook: «Sconcertante il percorso di verifica»

Dopo il caso scoppiato su Facebook e decine e decine di commenti arriva ad un svolta il caso del permesso di entrare al cimitero comunale per i cani. «Finalmente è stato esposto il cartello giusto e ora si potrà entrare accompagnati dal proprio cane». Annuncia vittoria Michele Rossi di Terni Città Futura.

Comunicazione ufficiale «Grazie alla nostra denuncia – scrive Rossi in una nota – si è arrivati ad una comunicazione ufficiale, pubblicata su Facebook, di un funzionario comunale che informando l’ufficio Gestione cimiteri rende finalmente esercitabile a tutti una legittima facoltà garantita dal regolamento che risale addirittura al 2013. Riteniamo essere un risultato importante quello di aver ottenuto finalmente chiarezza. Sconcertante risulta però il percorso con il quale si è ottenuto questo risultato».

Le polemiche su Facebook Il tutto nasce da un post dell’associazione che aveva denunciato il caso. A seguire poi un vespaio di polemiche che sono arrivate anche ai funzionari comunali e a qualche consigliere comunale. Da lì poi l’interessamento degli amministratori. «Lo stupore – scrive Rossi – è forte nel dover constatare come sia stato necessario sollevare un caso, quello del divieto assoluto di ingresso ai cani al cimitero, come esplicitato da un cartello di divieto assoluto apposto sul cancello di ingresso e riportare le tante testimonianze di molti cittadini ostacolati dai custodi, per conoscere che non solo quanto chiedevamo era già possibile e che quindi non esisteva nessun alcun divieto ma appurare che la facoltà di accedervi con il proprio cane aveva già trovato accoglimento in un apposito regolamento risalente al 2013. Nella pratica però, a distanza di alcuni anni, nessuno si era mai premurato di comunicare alla direzione cimiteriale quanto stabilito e di dare cosi completa attuazione a quanto regolamentato. Resta il fatto che per anni i cittadini si sono visti negare una facoltà che era regolarmente riconosciuta e questo, anche a livello simbolico, e’ sicuramente una cosa di una certa gravità».

 

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